Criminalità organizzata e minaccia ibrida russa: come i servizi segreti di mosca utilizzano le mafie per destabilizzare le democrazie occidentali

27.11.2025 10:00 - 27.11.2025 12:00
Categorie: EU, Geopolitica e Difesa

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Il convegno presenterà e discuterà il rapporto di ricerca dell’Istituto Germani “The Chekist-Mafia Nexus: The Kremlin’s Weaponization of Organized Crime and the Criminalization of Russia’s Special Services”, a cura di Luigi Sergio Germani e Donald N. Jensen, realizzato con il supporto della Foundation for Defense of Democracies (Washington DC).
Con questo convegno organizzato dall'Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici, si discute pubblicamente per la prima volta in Italia il tema della criminalità organizzata come strumento della guerra ibrida russa contro le democrazie occidentali.

Interventi:
Luigi Sergio Germani (Direttore dell’Istituto G. Germani)
Donald N. Jensen (Adjunct Fellow della Foundation for Defense of Democracies, docente presso la Johns Hopkins University, Washington DC)
Massimiliano Coccia (Giornalista, Linkiesta)
Mario Matteucci (Tenente Colonnello dell’Arma dei Carabinieri, esperto di criminalità organizzata, Human Network Analysis & Targeting, Weapons Intelligence e CBRNe Forensic, attualmente in servizio presso il Ministero dell’Interno).
Nicola Cristadoro (Ufficiale dei Bersaglieri, esperto di intelligence e sicurezza con focus sulla dottrina e organizzazione delle Forze Armate Russe, di Information Operations e PsyOps)
Francesco Fallica (Generale della Guardia di Finanza, esperto di criminalità transnazionale)
Modera:
Arianna Pacioni (Ricercatore Associato dell’Istituto G. Germani e analista d’intelligence)

IL CONVEGNO
Le potenze autocratiche revisioniste del mondo non-occidentale – Russia, Cina, Iran e Corea del Nord – ricorrono in maniera crescente alla criminalità organizzata come arma geopolitica. Tali Stati utilizzano sistematicamente le reti criminali e i mercati illeciti globali – tra cui i traffici internazionali di droga, armi, ed esseri umani – per far avanzare i propri obiettivi geopolitici e destabilizzare le democrazie occidentali.

Secondo le valutazioni di vari analisti di intelligence europei e americani , i servizi segreti di Mosca, in particolare, si avvalgono, per le loro operazioni estere, della collaborazione di organizzazioni criminali russe ed eurasiatiche. Queste ultime, in cambio di impunità e protezione – forniscono supporto alle attività di intelligence, compiono azioni di influenza politica ed economica occulta, assicurano al regime fonti di finanziamento clandestino derivanti da traffici illeciti, effettuano operazioni di riciclaggio di denaro , mettono a disposizione hacker per sferrare attacchi cibernetici e sicari di professione per assassinare oppositori anti-regime residenti all’estero.

Negli ultimi anni la criminalità organizzata è diventata una componente sempre più importante delle operazioni ibride condotte da Mosca contro le democrazie occidentali, come documentato nel rapporto di ricerca dell’Istituto Germani The Chekist-Mafia Nexus: The Kremlin’s Weaponization of Organized Crime and the Criminalization of Russia’s Special Services. La stretta collaborazione tra servizi segreti russi e sodalizi mafiosi non è un fenomeno nuovo: esso ha radici profonde nell’epoca sovietica. Nell’era Putin, tuttavia, l’intreccio tra apparati di intelligence e sicurezza e criminalità organizzata è diventato ancora più stretto e marcato.

Sul piano interno, i servizi segreti di Mosca – in primo luogo l’FSB, l’onnipotente polizia segreta – spesso impiegano criminali per intimidire e reprimere dissidenti e oppositori politici e per mantenere un controllo statale penetrante e oppressivo sulla società russa. A livello internazionale, i servizi promuovono, con il supporto di reti criminali russe-eurasiatiche (e talvolta anche di gruppi criminali esteri), molteplici attività ibride tese a indebolire e destabilizzare gli Stati democratici. Tra queste, ad esempio, ricordiamo:

Cyber-Attacchi. Le principali agenzie di intelligence e sicurezza russe – FSB, GRU (GU) e SVR – hanno stabilito stretti legami con il mondo della criminalità informatica russa e lo utilizzano per condurre operazioni di cyber-spionaggio, attacchi ransomware e attacchi informatici alle infrastrutture critiche dei paesi-target. I servizi assicurano protezione ai gruppi specializzati in cyber-crime e in cyber-crime finanziario che attaccano obiettivi nei paesi occidentali per estorcere o rubare ingenti somme di denaro: un’attività criminale percepita come strategicamente utile dal Cremlino perché generà destabilizzazione e insicurezza nelle democrazie.

Campagne di sabotaggio. A partire dal 2024 si è intensificata una campagna di attentati con esplosivi, incendi dolosi e sabotaggi alle infrastrutture in molti paesi europei. Diverse agenzie di intelligence europee hanno pubblicamente attribuito queste azioni violente al GRU (GU), l’intelligence militare russa, che ha impiegato delinquenti comuni e bande criminali locali come proxy per compiere questi attacchi. Secondo autorevoli esperti, la finalità dell’ondata di sabotaggi sarebbe non solo di compiere azioni destabilizzanti (per ora con impatto limitato) ma di raccogliere informazioni utili per pianificare una possibile offensiva terroristica di più alta intensità,

Disinformazione e influenza politica occulta. I servizi russi utilizzano reti criminali e oligarchi legati al Cremlino per finanziare e attuare operazioni di disinformazione e influenza politica in Europa. La collaborazione della criminalità organizzata è cruciale per realizzare operazioni di riciclaggio e reinvestimento di enormi quantità di “dark money” destinate a corrompere esponenti delle élite politiche occidentali, e a finanziare operazioni di interferenza nei processi elettorali e altre attività di influenza.

Sovversione violenta e colpi di Stato. Mosca ha fatto ampio uso di organizzazioni mafiose locali per fomentare il separatismo violento in diversi paesi, creando il caos in Transnistria, Abkhazia, Ossezia del Sud, Crimea e Donbas. Secondo le valutazioni di servizi d’intelligence europei, l’unità 29155 del GRU – specializzata in operazioni di sovversione, sabotaggi e assassini mirati all’estero – ha impiegato gruppi criminali per provocare disordini e proteste violente, nonché per tentare di eseguire colpi di Stato, in Montenegro, Moldova, Armenia e Catalogna.

Traffici internazionali di armi. Come testimoniano diversi casi , per esempio quello del noto mercante internazionale di armi Viktor Bout, i servizi russi utilizzano reti criminali per fornire armi e tecnologie miliari a Stati-canaglia, movimenti insurrezionali, gruppi terroristici e cartelli della droga, al fine di diffondere instabilità in diverse regioni del mondo. Il Gruppo Wagner/ Africa Corps – la famigerata compagnia militare privata oggi controllata dal GRU (e parzialmente anche dal FSB) – fornisce armi e addestramento militare ad attori non-statali violenti e signori della guerra impegnati in sanguinosi conflitti in Africa e Medio Oriente.

Traffici internazionali di droga. Alcuni analisti europei e statunitensi ritengono che i servizi russi proteggano il narcotraffico in determinate aree del mondo – prima di tutto in America Latina – per sovvertire l’influenza americana e occidentale, nonché al fine di generare risorse finanziarie occulte per lo Stato russo. Viene sottolineano da questi esperti che Mosca ha instaurato stretti rapporti di collaborazione militare e di sicurezza con Stati latinoamericani profondamente collusi con il narcotraffico, quali Venezuela, Nicaragua, Bolivia e Cuba. Inoltre, le autorità di Polizia di alcuni paesi sudamericani hanno segnalato la presenza in Venezuela e Nicaragua di gruppi criminali russi, protetti dagli apparati d’intelligence di Mosca, e dediti al traffico di droga, armi ed essere umani.

Immigrazione clandestina e traffici di esseri umani. L’immigrazione clandestina rappresenta un altro strumento di guerra ibrida utilizzato dalla Russia per tentare di destabilizzare le società occidentali, in collaborazione di reti di trafficanti di essere umani. Il Cremlino ha deliberatamente provocato flussi di rifugiati disperati da paesi dilaniati da conflitti violenti – come Siria, Libia, Sudan, Repubblica Centrafricana, Mozambico – tramite operazioni militari convenzionali miranti a colpire obiettivi civili e atrocità di massa perpetrate dal Gruppo Wagner.

L’utilizzo della criminalità organizzata, della delinquenza comune, e della eversione politica come strumenti di guerra ibrida – da parte di Russia, Cina e Iran – si sta configurando come una nuova ed insidiosa minaccia per le democrazie. L’Unione Europea, la NATO e i singoli governi dell’area euro-atlantica dovrebbero attenzionare maggiormente le sinergie tra Stati autocratici avversari e criminalità organizzata, e predisporre una strategia di contrasto alla minaccia. Occorre potenziare la collaborazione e condivisione delle informazioni tra agenzie di intelligence/counterintelligence e apparati info-investigativi delle forze di polizia.

La minaccia ibrida – e in particolare quella derivante da possibili alleanze tra servizi segreti stranieri e organizzazioni mafiose (endogene ed esogene) – si potrà fronteggiare efficacemente solo adottando un approccio olistico e integrato alla sicurezza: tutte le Istituzioni dello Stato e tutte le componenti della società civile devono partecipare agli sforzi di prevenzione, contrasto e rafforzamento della resilienza e della coesione nazionale.

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