Fenomenologia della supercazzola. La sofistica del politichese e dell’aziendalese

07.12.2018 18:30 - 07.12.2018 20:30
Associazione Civita
Postato da Amministrazione
Categorie: Politica, Cultura
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“Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribàcchi confaldina? Come antifurto, per esempio”. Che aspetto ha la supercazzola contemporanea? Quel parlare che suona bene ma inganna?

Venerdì 7 dicembre 2018 a Roma, in piazza Venezia 11 alle 18,30, noi di PerLaRe-Associazone Per La Retorica ne parliamo con due esperti di comunicazione (non di supercazzola!): Edoardo Novelli, professore di comunicazione politica e Carlo Alberto Pratesi,professore di marketing, innovazione e sostenibilità. Entrambi insegnano all’Università Roma Tre. Per l’Associazione Per La Retorica ci saranno Andrea Granelli e Flavia Trupia. Introduce Andrea Talamonti di Civita Hub-titude.

La supercazzola del film “Amici Miei” di Monicelli era un modo per non dire nulla facendo finta di dire tutto. Esiste ancora una supercazzola del genere? Ovviamente sì. Pensiamo alle chiacchiere inutili delle interminabili riunioni di lavoro e all’esprimersi di qualche politico per il quale “L’Italia ha bisogno dell’Europa e l’Europa ha bisogno dell’Italia”. Ma l’universo della manipolazione sofistica non si ferma al dire vuoto della supercazzola, che ne rappresenta solo una piccola parte. L’incontro sarà l’occasione per scoprire la malìa delle fallacie, quelle espressioni che sembrano logiche ma logiche non sono e sono spesso alla base delle strategie di persuasione. Qualche esempio? Demolire il proprio interlocutore criticando la persona, non le sue argomentazioni; paventare un futuro presentato come non desiderabile, senza che ce ne siano i presupposti (“tutta l’africa arriverà in Italia!”); affermare che qualcosa è buono o è vero perché lo dicono tutti (“il programma scritto dagli italiani”; trovare un nemico pubblico per distogliere l’attenzione da altri problemi; usare i numeri per persuadere, invece che per rappresentare; trincerarsi dietro parole dal significato oscuro per non prendersi la briga di dire come stanno le cose (“la nostra policy non lo permette”); aborrire ogni forma di ragionamento complesso perché tutto deve stare dentro cinque slide, e se ne fai una in più sei morto.

Si tratta di tecniche sofistiche che ricorrono nel politichese e nell’aziendalese. Le scopriremo insieme il 7 dicembre. Venite, perché non conoscerle è come andare nudi al Polo Nord. Siete tutti invitati.

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